Ricevo il commento di Anna:
"Autoliberazione si può fare, a piedi ( abito vicino al centro
commerciale oasi) tutti i giorni ( anche quando piove) con calma
percorro circa 20 minuti a piedi (40 minuti andata e ritorno)per andare a
lavorare ( via cappuccini zona San Pietro). Buon viaggio e buona salute
a tutti quelli che desiderano iniziare un percorso alternativo."
Una
testimonianza che dovrebbe essere di banale normalità e che invece, nei
tempi correnti, sembra quasi una stravaganza, una sorprendente
eccezione.
Le città sono pensate, costruite e organizzate (deturpate) al servizio dell'automobile, non delle persone. "Roma è diventata un brutto parcheggio. E' indecente il modo in cui viene degradata una delle più belle città del mondo", diceva Alberto Sordi.
E
non è condizione solo delle metropoli, ma anche dei medi e piccoli
comuni. Se avessimo un monitoraggio permanente della qualità dell'aria
come nei grandi centri, avremmo con certezza delle belle (brutte)
sorprese. Infatti i rilevamenti effettuati nel 2012 in preparazione del
Piano Generale del Traffico Urbano svelarono la pazzesca cifra di
50/60mila veicoli in entrata ed uscita da Lanciano ogni giorno. E questo
significa un'enormità di polveri sottili cancerogene liberate in
atmosfera a danno di persone e ambiente.
Lo
studio sulla qualità dell'aria effettuato dal Mario Negri Sud per conto
della Provincia di Chieti nel 2010 con i più avanzati sistemi
scientifici (biomonitoraggio e IBL) evidenziò per l'area urbana di
Lanciano i dati peggiori di tutta la provincia teatina e guardacaso i
punti di rilevamento erano in prossimità delle grandi arterie stradali
di accesso alla città.
E'
una spirale che va fermata ad ogni costo perchè è un costo ormai
inaccettabile in termini di salute, di vivibilità, di socialità, di
rispetto di luoghi storia e tradizioni. Non ci stancheremo mai di
additare il caso clamoroso di Santa Maria Maggiore e dei suoi
meravigliosi e unici rosoni sfregiati dalle macchine parcheggiate lì
davanti giorno e notte.
E poi ci sono gli enormi costi
sia privati (acquisto, carburanti, manutenzione e servizi correlati
all'auto) che collettivi come quelli a carico del Servizio Sanitario
Nazionale per malattie e conseguenze di incidenti.
Scegliere di spostarsi a piedi o in
bicicletta significa avere grande rispetto innanzitutto di sé stessi,
aiutando la salute del proprio corpo con il movimento e quella della
mente con un incontro, una chiacchierata, uno sguardo a ciò che ci
circonda, ma anche degli altri perché in questo modo non si avvelenano
l'aria e le relazioni interpersonali sempre tese quando si è al volante.
Non si rischiano incidenti, si evitano rumori aggiuntivi e alla fine,
conti alla mano, si risparmiano tempo e denari.
Naturalmente non si vuole criminalizzare
nessuno ma provare ad innescare un processo di progressiva riduzione di
un uso per lo più eccessivo, inutile e anti-funzionale, spesso
spasmodico, sconsiderato e maleducato dell'auto privata in favore di
forme alternative e sostenibili, anche collettive, più sane e
rispettose.
Deve cambiare la mentalità individuale
(smettiamola di ringraziare l'automobilista che si ferma quando passiamo
sulle strisce pedonali!) ma anche quella pubblica di chi amministra i
nostri comuni. E' inaccettabile che nella stessa area si vadano a
spendere 770 mila euro per il nuovo parcheggio di Sant'Egidio a ridosso
delle mura storiche (per 90 posti auto: 8500 euro cadauno, un affare!) e
si lasci all'abbandono la Fonte Grande di Civitanova che avrebbe
bisogno non solo di un'adeguata manutenzione ordinaria, ma allo stato
attuale anche di interventi straordinari di recupero e consolidamento.
Evidentemente, come volevasi dimostrare,
l'automobile ha sempre la priorità e mentre per altri interventi molto
più doverosi e utili (uno per tutti l'abbattimento delle barriere
architettoniche) si fa sempre una gran fatica a trovare fondi e
finanziamenti che non arrivano mai, per i parcheggi, le strade, le
rotatorie e via di questo passo i soldi piovono sempre a secchiate.
Liberarsi dall'auto, certo che si può fare,
ma bisogna impegnarsi un pò di più: e allora tutti in marcia, a piedi o
in bici, per il rispetto della Vita.
Franco Mastrangelo
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